Morta di caldo e di fatica mentre lavorava nei campi per soli due euro l’ora. Una delle tante storie di sfruttamento e di moderna schiavitù, conclusasi drammaticamente, nove anni fa, nelle campagne di Andria. La stessa città che ora ha voluto renderle omaggio, conferendole la cittadinanza onoraria. È la storia di Paola Clemente, la bracciante agricola di 49 anni, stroncata da un malore, il 13 luglio 2015, mentre era impiegata nell’acinellatura dell’uva.
La cerimonia si è svolta, ieri pomeriggio, nella sala consiliare del Comune, alla presenza del sindaco di Crispiano (città di origine della donna), del figlio Marco e del marito, Stefano Arcuri, che ha ricordato la tragedia di Paola, uccisa dal caporalato.
L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito del Festival della Legalità di Andria. Un’occasione per ricordare il sacrificio di Paola Clemente, la cui tragica vicenda accese i riflettori sul fenomeno dello sfruttamento del lavoro nelle campagne, tanto da portare all’approvazione di una legge contro il caporalato.
INTERVISTA:
Stefano Arcuri – Marito di Paola Clemente
Giovanna Bruno – Sindaco di Andria