Tutto ancora da decifrare il destino della bretella sud della tangenziale di Andria al centro di una complessa matassa giudiziaria che ieri ha scritto un altro capitolo e cioè la discussione davanti al TAR del nuovo ricorso della ditta Doronzo di Barletta vincitrice dell’appalto nel 2013 per la realizzazione dei lavori, finanziati con 27 milioni di euro di fondi ministeriali CIPE nel 2011. I giudici baresi si sono però riservati la decisione dopo una lunga discussione in cui sono state ascoltate non solo le ragioni della ditta appaltatrice ricorrente ma anche del Comune di Andria, che ha nuovamente detto “no” alla variante urbanistica per l’opera con una delibera di consiglio comunale, e di diverse associazioni andriesi che hanno ribadito l’inutilità di una nuova bretella il cui impatto ambientale sarebbe devastante per un’area di grande pregio per l’olivicoltura.
Una vicenda che si trascina tra rinvii, decisioni, ricorsi e controricorsi ormai da 12 anni ed in cui c’è un elemento importante e cioè gli aspetti urbanistici di una città che al momento continua a dire di no, già con due delibere di consiglio comunale, alla variazione necessaria per far partire i lavori. All’ente comunale si sono aggregate diverse associazioni andriesi che chiedono, invece, una sistemazione del tracciato attuale. Di certo c’è che con i 27 milioni stanziati tanti anni fa non si riuscirebbero oggi sicuramente a costruire i circa 9 chilometri di nuovo tracciato previsto. Ma la ditta naturalmente resiste e chiede di poter iniziare la realizzazione dell’opera. In questa battaglia non c’è, da questa udienza, la Provincia di Barletta Andria Trani che ha appaltato la realizzazione della bretella e che fino a questo momento si è sempre schierata al fianco della ditta. Una vicenda intricata già approdata al Consiglio di Stato e che torna al TAR che avrà il compito di dirimere nuovamente la situazione. Nei prossimi giorni è attesa la decisione.