Panzerotti, popizze, verdure fritte in pastella, focacce, calzoni, pesce fritto e panini farciti con ingredienti locali come salumi, formaggi e il celebre polpo arrostito. Con il potere d’acquisto delle famiglie ancora sotto pressione, oltre sei turisti su dieci (65%) in vacanza nell’estate 2025 scelgono il cibo di strada, una tendenza che unisce il desiderio di scoprire i sapori tipici del territorio alla necessità di contenere le spese, in risposta agli effetti persistenti del caro prezzi. Lo evidenzia Coldiretti Puglia, segnalando come lo street food sia favorito dalla crescente presenza di sagre, feste popolari ed eventi dedicati alla valorizzazione enogastronomica nei luoghi di villeggiatura. Secondo Coldiretti Puglia per molti vacanzieri lo street food rappresenta una soluzione pratica per pranzare o cenare fuori casa, anche quando i tempi sono ristretti. A guidare le scelte in Puglia resta la voglia di autenticità con oltre l’80% di chi consuma cibo da strada che opta per le specialità tradizionali locali, dai panzerotti alla focaccia barese, dal panino con il polpo alle versioni vegane a base di verdure di stagione. Le origini del fenomeno – ricorda ancora Coldiretti – risalgono all’epoca dell’antica Roma, quando era comune mangiare in piedi nei pressi della strada. La Puglia, grazie alla sua ricchissima offerta gastronomica, conserva una solida tradizione in materia. A rafforzare la qualità dell’offerta alimentare in questo ambito ci pensano i mercati contadini, promossi dalla Fondazione Campagna Amica. Questi mercati – evidenzia Coldiretti Puglia – si sono diffusi capillarmente sia nelle grandi città che nei piccoli centri, offrendo una rete di vendita diretta tra le più estese d’Italia. Accanto alle proposte tradizionali, questi spazi rispondono anche alle nuove esigenze salutistiche con frutta fresca servita in ogni forma, dai frullati ai centrifugati, fino ai bicchieroni di frutta, agli smoothies e ai tagli classici, come l’immancabile fetta d’anguria. Nei mercati di Campagna Amica, i prodotti sono venduti direttamente dagli agricoltori nel pieno rispetto di regole rigorose e di un codice etico ambientale, garantiti da un sistema di controllo gestito da un ente terzo.
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