La giunta regionale della Puglia ha definito i criteri e le modalità di assegnazione dei ristori per gli operatori del settore pesca danneggiati dalla legge regionale numero 6 del 2023 che vieta per tre anni la pesca dei ricci di mare per consentirne la ripopolazione nelle acque pugliesi (voluta dal consigliere Paolo Pagliaro, capogruppo di La Puglia domani). In particolare sono due le azioni finanziate dalla giunta. La prima riguarda il danno economico subito dai pescatori. Il ristoro, infatti, è riconosciuto agli operatori che hanno subito il divieto al prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione del riccio di mare e dei relativi prodotti derivati e che si impegnano, nel triennio di fermo, a collaborare alle attività e alle procedure di monitoraggio e recupero ambientale. Sono ammessi al sostegno solo chi autorizzato in Puglia ad esercitare la pesca professionale subacquea e i pescatori professionali con imbarcazione da pesca e attrezzi specifici. I beneficiari dovranno essere in possesso della licenza di tipo A per la pesca professionale, partita iva e iscrizione alla camera di commercio con codice Ateco pertinente. Il contributo può essere riconosciuto sulla base dei mancati proventi derivanti dal fermo pesca, desumendolo dalla documentazione degli anni precedenti. La seconda linea di intervento riguarda invece la definizione e la realizzazione di un piano di ripopolamento dei ricci di mare, attuata con il supporto tecnico-scientifico in materia di pesca e acquacoltura regionale, anche mediante accordi di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni con competenze nel campo della pesca. Attraverso il supporto tecnico-scientifico saranno stabilite anche le modalità con le quali i beneficiari del sostegno devono impegnarsi nel periodo di fermo pesca a collaborare nelle attività e nelle procedure di monitoraggio e recupero ambientale. Misure importanti e molto attese dal comparto pesca che già ad aprile dello scorso anno aveva manifestato davanti alla sede della Regione Puglia chiedendo ristori e puntando il dito contro chi continuava a pescare ricci di mare in modo del tutto abusivo aumentando i propri ricavi durante il fermo per tutti gli altri pescatori che invece osservano la legge.