Una condanna, la quarta, nei confronti dei frati cappuccini della Fondazione San Pio da Pietrelcina di San Giovanni Rotondo. E’ quella emessa dai giudici del Tribunale del Lavoro di Foggia. La storia è relativa alla battaglia legale avviata da un sacrista, Antonio La Porta, licenziato in tronco dopo 22 anni di servizio presso il santuario di San Pio. Un licenziamento che arrivò in seguito alla richiesta dell’adeguamento del Contratto Collettivo Nazionale del lavoro, ottenuto dal sacrista-sindacalista, con un risultato che andò a vantaggio di tutti i lavoratori del Santuario e che finì per aggravare i costi dell’ente ecclesiastico, quantificati tra i 300 e i 400 mila euro all’anno. Esborsi che l’ente ha ritenuto insostenibili, avviando quella che per il giudice del Tribunale di Foggia, Aquilina Picciocchi, è stata definita una ritorsione e rappresaglia nei confronti del lavoratore sindacalista. L’espulsione di Antonio La Porta dalla Fondazione di San Pio risale a maggio del 2023: in una lettera dell’ente ecclesiastico fu scritto che l’aumento di 300 euro mensili, unito all’inserimento di buoni pasti per 6 euro giornalieri, avrebbero comportato costi non sostenibili, comunicando al sacrista il licenziamento per giustificato motivo. Licenziamento bocciato a più riprese dal Tribunale del Lavoro, che per la quarta volta si è pronunciato a favore del lavoratore confermando definitivamente le ordinanze precedentemente emesse. Una battaglia tutt’altro che finita, però: il 19 dicembre si celebrerà una nuova udienza relativa al terzo licenziamento consecutivo comminato a giugno scorso nei confronti del sacrista, che nonostante i ripetuti pronunciamenti del Tribunale non è stato ancora reintegrato al lavoro.
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