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“Il gioco sporco” arriva a Barletta: Valerio Nicolosi e il racconto dell’uso dei migranti come arma politica


Denunciare le violenze dei regimi autoritari e le ipocrisie di governi conniventi attraverso un racconto sul campo e l’ausilio delle foto aprendo uno squarcio sui limiti dell’Occidente e sull’uso dei migranti come arma impropria delle guerre: è il senso di “Il gioco sporco – l’uso dei migranti come arma impropria”, volume edito da Rizzoli e scritto da Valerio Nicolosi, presentato venerdì 14 aprile nel corso della rassegna culturale Storie e Libri, organizzata a Barletta dall’associazione Piazza Marina nella cornice del Circolo Unione

Giornalista, scrittore e fotoreporter, radici a Roma e 39 anni sulla carta di identità, Nicolosi porta dove migliaia di uomini, donne e bambini incolonnati lungo la Rotta Balcanica aspettano un visto bloccati per mesi, a volte anni, in campi profughi che sembrano (e forse lo sono) gigantesche prigioni più che centri di accoglienza.Dalle coste dell’isola di Lesbo a Trieste, da Mariupol a Cracovia, dalla Turchia alla Libia, dai Balcani alla Sicilia.


Umanizzare e depoliticizzare: questa l’ottica di un libro che coinvolge e fa sentire a tratti colpevole chi lo legge. Sintomo di come cambia la percezione delle cose quando il punto di vista stesso cambia. Il tutto mentre la Fortezza Europa resta barricata dentro i propri pregiudizi e politiche talvolta poco umanitarie. Nicolosi allarga lo sguardo alla missione del giornalista. Prendendo ad esempio l’alba del conflitto russo-ucraino, raccontata con Micromega da Kiev a febbraio del 2022.

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