Il rischio di perdere il maxi finanziamento europeo da 180 milioni di euro è concreto ed è ora anche nero su bianco. L’allarme che avevamo già lanciato alcune settimane fa, infatti, è emerso in tutta la sua drammaticità nelle riunioni in Regione del 16, 22 e 29 marzo. Tema degli incontri è stato quello della conclusione delle opere per l’interramento della ferrovia nell’abitato di Andria. Il termine del 31 dicembre 2023 non potrà essere spostato più in là nel tempo e quindi dovrà necessariamente essere rispettato. Il problema è che le opere, ad esattamente un anno dall’inizio del cantiere vero e proprio, sono in ritardo per diversi fattori. Un ritardo emerso chiaramente durante un sopralluogo al cantiere degli ispettori regionali nei giorni scorsi e che ha riportato una “forte preoccupazione” all’ultima riunione tra le parti di tre giorni fa. Tutte le perplessità sono state inserite nero su bianco nella delibera che la giunta comunale di Andria ha approvato ieri, nel primo pomeriggio, sul via libera al progetto di modifica della viabilità proposto dall’appaltatore dei lavori di interramento per cominciare gli scavi sugli attraversamenti di via Barletta e via Vecchia Barletta.
Una maxi rotatoria alla fine di via Lissa con le autovetture che dovranno sostanzialmente transitare all’interno del mercato ortofrutticolo per permettere la chiusura dei due attraversamenti e l’inizio delle opere di scavo anche in quell’area. Una soluzione temporanea, dal grande impatto per la città ma inevitabile, come scritto nella delibera, visto che il ritardo nello spostamento del mercato ortofrutticolo nella nuova sede da realizzare nella zona Pip è anche alla base del ritardo stesso nei lavori almeno secondo Ferrotramviaria e Consorzio Integra. Nella delibera si ricorda però che la soluzione temporanea dovrà esser accompagnata da una rapida realizzazione del nuovo mercato in viale della Costituzione per il trasferimento delle attività.
Il rischio più volte paventato è divenuto realtà. Ora ci dovrà essere una accelerazione importante nelle opere di scavo e, soprattutto, si spera che non vi siano ritardi nelle consegne dei materiali per completare le opere. Una corsa contro il tempo che dovrà riuscire nell’impresa di chiudere gran parte del cantiere entro 270 giorni a partire da oggi, pochi in più rispetto ai 214 ipotizzati da cronoprogramma iniziale. Si ipotizza anche l’aumento degli orari lavorativi vista anche la bella stagione. Ma fermo restando questo c’è da ricordare che il cantiere non è ad impatto zero ed anzi inquina. La coabitazione con il mercato ortofrutticolo dovrà essere il più breve possibile sperando che i lavori si concludano entro i termini senza il rischio che le opere restino incomplete.