La Buzzi Unicem comunica che martedì mattina, dal suo stabilimento di Barletta, si è verificata una momentanea fuoriuscita di farina per un’anomalia causata da un fermo meccanico. La stessa azienda si è scusata con la comunità locale per l’eventuale disagio creato impegnandosi ad evitare il ripetersi di tali accadimenti. Sono gli inconvenienti, non sappiamo quanto impattanti sulla salute, con cui è costretta a convivere una città di quasi centomila abitanti che ha nel cuore del suo tessuto urbano un cementificio che brucia anche rifiuti. La farina di cui parla la Buzzi Unicem altro non sarebbe che materie prime naturali (come calcari, marne e argille) ridotte in polvere finissima e destinate alla cottura nei forni per la trasformazione in clinker, un componente essenziale del cemento. In assenza di chiarimenti da parte degli enti preposti ai controlli, in primis Comune e Arpa, l’incidente occorso alla Buzzi Unicem ha riaperto il dibattito sull’impatto ambientale prodotto sul territorio dalla presenza di un inceneritore nel centro cittadino, a ridosso di abitazioni e attività commerciali
INTERVISTA AD ALESSANDRO ZAGARIA (FORUM SALUTE E AMBIENTE)
Nel programma del sindaco Cannito si fa cenno all’obiettivo di monitorare, limitare e regolamentare le immissioni non a norma all’interno dell’abitato cittadino. Anche se una parte della sua coalizione, più sensibile alle tematiche ambientali, ha indicato come possibile la strada della delocalizzazione delle aziende insalubri
INTERVISTA AD ALESSANDRO ZAGARIA (FORUM SALUTE E AMBIENTE)