Cave abbandonate sull’Alta Murgia ed adibite a discariche illegali di rifiuti di ogni genere, le cosiddette ecoballe di cui più volte ci siamo occupati specialmente tra Canosa, Minervino ed Andria. Ma anche roghi tossici che praticamente ogni giorno caratterizzano il territorio del nord barese. Quanto questo sia frutto o meno di una prestabilita idea messa in campo da gruppi criminali lo stabilirà la magistratura che ha già messo a segno diverse importanti operazioni in materia di rifiuti anche se l’allerta è più che mai alto su tutto il territorio. E di questo si è parlato anche nella relazione annuale della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. Due giorni fa la presentazione dei dati all’interno della Camera dei Deputati.
La commissione nel corso del 2024 ha scelto di attenzionare esattamente un anno fa il territorio pugliese ed in particolare dal Foggiano al Barese per verificare con una delegazione quello che accade. In quella circostanza, ma anche in un’altra audizione a fine febbraio scorso, il Procuratore della Repubblica di Trani Renato Nitti (sin dall’inizio della sua carriera impegnato sul tema dei reati ambientali) ha voluto rimarcare come l’importante flusso di rifiuti proveniente da altre regioni, in particolare dalla Campania non sia direttamente legato ad organizzazioni criminali ma, spesso, si tratta di rifiuti provenienti da una raccolta anche differenziata che però si insinua nelle crepe della normativa ambientale. Materiale plastico, tessile e così via. Come ha compiutamente spiegato il Procuratore Nitti la sensazione è che «molte delle percentuali di recupero che vengono indicate come risultati straordinari in Italia indica spesso il rifiuto che può essere recuperato e con la prospettiva che venga recuperato. Ma se c’è un 70% di rifiuto riciclabile bisogna poi vedere esattamente quanto ne viene recuperato e di una ampia fetta spesso non si sa che fine faccia. Una realtà che è stata sottolineata anche nella relazione in cui poi si fa un riferimento specifico anche ai roghi tossici. Elemento questo che preoccupa non poco il territorio e preso ad esempio anche dall’ordine degli ingegneri della BAT che chiede l’immediata creazione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti moderni e tecnologicamente avanzati che rendano una riduzione dell’impatto ambientale delle attività illecite. Ma gli ingegneri della BAT chiedono anche più controlli. E sul territorio poi operano associazioni che in modo meritorio provano a creare anche educazione sul tema grazie a molteplici clean up non disdegnando però le denunce. E’ il caso paradossale di domenica scorsa con l’associazione 3Place di Andria.