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La guerra mette in crisi anche il turismo pugliese: addio ad oltre 106mila visitatori russi

Addio ad oltre 106mila turisti russi, che quest’anno non trascorreranno le loro vacanze in Puglia. È questo uno degli effetti economici della guerra in Ucraina, secondo un’analisi di Coldiretti, anche alla luce delle sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia, dopo lo scoppio del conflitto.

Secondo le stime dell’associazione, in epoca pre Covid, il turismo dalla Federazione generava arrivi tra le 31.500 e le oltre 106mila presenze in Puglia, una delle regioni italiane con i rapporti più solidi con la Russia, suggellati dalla visita dello Zar a Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato alla città la statua di San Nicola, venerato in Russia da più di due milioni di fedeli.

Per la Puglia – sottolinea Coldiretti – si tratta di una perdita molto importante, anche in considerazione della elevata capacità economica dei visitatori russi. Turisti che fanno registrare in media circa 70mila presenze negli alberghi e 37mila negli esercizi extra alberghieri, come le masserie storiche e gli agriturismi, tra le loro mete preferite.

E la mancanza di vacanzieri, purtroppo, si trasferisce a valanga su altri settori dell’economia, a causa del crollo delle spese per l’alimentazione, i trasporti, i divertimenti e lo shopping.

Il cibo in particolar modo – sottolinea Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola.

“Per questo – fanno sapere dall’associazione – è oggi più che mai necessario sostenere il settore turistico per via della nuova crisi innescata dalla guerra, e dopo le pesanti perdite subite a causa della pandemia. Servono quanto prima misure nazionali e regionali – conclude Coldiretti Puglia – tali garantire sostenibilità economica ed occupazione delle strutture”.

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