La storia di Angelo Rizzoli è quella di chi è nato povero. Al Martinitt, orfanotrofio milanese in cui era entrato all’età di otto anni perché sua madre Giuditta, portinaia e stiratrice, non riusciva più a occuparsi di lui. Lì era un numero, il 412, che gli era stato cucito sulla camicia come se fosse uno dei tanti, ma lui voleva essere il primo tra tutti. Questo fattore lo ha portato a costruirsi un nome e un’azienda che riuscissero a cambiare le carte in tavola. La sua parabola è raccontata con dovizia di dettagli nelle 480 pagine di “Il canto della fortuna – la saga dei Rizzoli”, edito da Salani. La penna è quella di Chiara Bianchi, radici a Taranto e un presente a Berlino. Ha una laurea in Lettere e una specializzazione in Musicologia e lavora come editor freelance. “Il canto della fortuna” è il suo romanzo d’esordio e ha scelto Barletta e la cornice della rassegna Storie, Libri e Cucina in Piazza Marina per raccontarlo e raccontarsi.
Angelo Rizzoli è stato al centro di una delle principali dinastie editoriali su scala mondiale. Alla sua storia eccezionale, dall’infanzia in povertà alla creazione di un impero imprenditoriale diventando nel giro di pochi decenni il re delle riviste, dei libri e del cinema, si è unita l’abilità letteraria di Chiara Bianchi. Sul palco di Barletta, nel dialogo con il giornalista Andrea Dammacco, si susseguono pennellate dell’ascesa di Rizzoli, fino al colpo di genio di ottobre del 1911, quando Angelo apprende dai giornali dello sbarco delle truppe italiane a Tripoli rendendosi conto che a documentare l’evento c’è solo una piccola illustrazione. Da qui arriva l’intuizione di reclutare dei falsi bersaglieri, portarli sul Naviglio insieme a dei grossi ventilatori e replicare quello sbarco come se fosse vero per di stampare migliaia di cartoline che la gente considererà originali. Un falso storico di successo: i pezzi vanno a ruba per tutte le edicole di Milano. “Un visionario dal fiuto eccezionale, che incontra intellettuali capaci di innestare in lui un moto di curiosità” lo ha definito Chiara Bianchi. Nella sua amata Ischia, qualche tempo prima di morire, Rizzoli aveva consigliato agli eredi di vendere tutto: «Potrete godere dei soldi, è un regalo che voglio farvi: la libertà» raccontava. La sua storia, raccontata in una serata trasmessa in diretta social anche su Telesveva, ha catturato Barletta, pronta a tornare in Porta Marina venerdì 12 luglio. Appuntamento con lo spettacolo teatrale “Trovata una sega” di Antonello Taurino, ispirato al falso ritrovamento di statue di Modigliani nel 1984 a Livorno.