L’acqua potrebbe non bastare alla Puglia per superare l’estate non solo per la situazione drammatica che si profila in agricoltura ma anche e soprattutto per quel che riguarda l’acqua potabile. E’ la fotografia a tinte più che fosche emersa anche nel corso del consiglio regionale della Puglia di ieri dove l’unico punto all’ordine del giorno era proprio la crisi idrica che sta vivendo la regione. «Una situazione di grave emergenza per l’anno 2025» e, viene da dire, meno male che ci si è accorti di questo. Una situazione che in realtà nel corso degli ultimi anni abbiamo più volte denunciato e che viene portata all’attenzione pubblica dalle associazioni di categoria degli agricoltori da anni. Ma ora il problema potrebbe spostarsi anche nelle case dei pugliesi.
E per mitigare la situazione servono, dalle prime stime, 1,3 miliardi di euro di progetti infrastrutturali nel settore idrico. Un investimento importante di cui una parte è già in campo grazie a diverse fonti di finanziamento tra cui i fondi di coesione ma per il resto bisogna ancora trovare risorse.
Ma su questo tema, visto il tempo perso in passato, ci vorranno ancora anni con una programmazione della regione che a questo punto ha almeno tre livelli di intervento tra cui uno immediato e poi a medio e lungo termine. Per i primi interventi i consorzi di bonifica in particolare quelli di capitanata che gestiscono alcune dighe hanno già anticipato che acqua per l’agricoltura non ci sarà nell’estate del 2025. Acquedotto pugliese, invece, dall’ottobre del 2024 ha avviato riduzioni di pressione delle erogazioni sul territorio. Riduzioni che continueranno e che contempleranno meccanismi di sostegno agli agricoltori che subiranno danni a causa della scarsità idrica nel 2025. Non è esclusa, però, una riduzione dell’acqua potabile.
Per intenderci infatti la disponibilità complessiva dei sei invasi al momento in Puglia e cioè Pertusillo, Locone, Occhito, Monte Cotugno, Conza e San Giuliano è pari a 327,74 milioni di metri cubi. Lo scorso anno a giugno erano 432,09 i milioni di metri cubi disponibili. L’invaso che desta maggiore preoccupazione è quello di Occhito che se la situazione non muta e dovesse peggiorare finirà l’acqua disponibile entro il mese di luglio.
Comunque la regione richiederà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza così da poter disporre alcuni divieti come l’utilizzo di acqua potabile per l’innaffiamento di giardini e prati, il lavaggio di cortili e piazzali ma anche il riempimento di piscine. Sarà, inoltre, incentivato l’utilizzo di acqua affinata a scopo irriguo. Sette gli impianti di depurazione già in esercizio (Acquaviva Delle Fonti, Castellana Grotte, Fasano, Ostuni, San Pancrazio Salentino, Corsano, Gallipoli), ai quali nel corso dell’anno se ne aggiungeranno altri sei.