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Licenziamenti alla Network Contacts di Molfetta: avviata una petizione on line per salvare 280 posti di lavoro

Una raccolta firme sul web per scongiurare i licenziamenti di 280 persone: è l’iniziativa lanciata dal comitato “Lavoratori in Rete” sulla nota piattaforma on line di “Change.Org”, per salvare i dipendenti della Network Contacts. L’azienda, operante nel settore del customer care e con sede principale a Molfetta, l’11 agosto scorso ha avvito le procedure di licenziamento collettivo per 280 lavoratori impiegati nei call center, dando seguito ad un piano di ristrutturazione aziendale per rispondere alla grave crisi che ha colpito il comparto negli ultimi anni.

Una decisione che rischia di lasciare a casa 224 dipendenti di Molfetta e 56 lavoratori della sede di Concorezzo, nella provincia di Monza e della Brianza.

Dura la reazione delle sigle sindacati che hanno incontrato più volte i vertici aziendali (17 negli ultimi quattro mesi), annunciando battaglia contro l’ennesimo abuso che calpesta i diritti dei lavoratori. La questione ha portato anche alla formazione di una task force regionale, mentre sono stati numerosi gli appelli, da parte di sindaci e parlamentari del territorio, per cercare di trovare una via d’uscita alla vertenza.

I dipendenti hanno anche manifestato, il 22 maggio scorso a Bari, scioperando per un intero turno di lavoro e prendendo parte ad un grande presidio davanti alla sede della Prefettura, per protestare contro il piano aziendale.

Alle battaglie sindacali, politiche e di piazza si affianca adesso anche una petizione on line per cercare di evitare, con un’azione di dissenso collettivo, il licenziamento dei lavoratori.

“È inutile sottolineare l’impatto sociale ed economico che questo avvenimento porterà sul territorio pugliese e sulle vite dei dipendenti – spiegano i Lavoratori in Rete nel comunicato che accompagna la raccolta firme.  Di qui “la necessità di condividere l’appello sui canali social e non, e dare voce al dissenso di chi, per paura, resta in silenzio con la speranza di non essere colpito dal malsano gioco della roulette russa del licenziamento”.

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