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Lidi e spiagge, il 9 agosto lo sciopero degli ombrelloni: balneari in rivolta anche in Puglia

Il Governo non ha emanato alcuna disposizione normativa sugli imprenditori balneari e per questa ragione venerdì 9 agosto è prevista una mobilitazione nazionale della categoria. I balneari terranno chiusi i propri ombrelloni per due ore domani mattina con l’obiettivo di protestare rispetto alle non decisioni su di un argomento che tiene con il fiato sospeso 30mila imprese e circa 100mila addetti diretti. A lanciare la mobilitazione sono stati il Sindacato Italiani Balneari aderente e Fipe Confcommercio con presidente l’imprenditore margheritano Antonio Capacchione e la FIBA Confesercenti con presidente Maurizio Rustignoli.

Si avvia piuttosto rapidamente la scadenza per l’avvio della messa in gara delle concessioni demaniali marittime attualmente operanti e dal Governo non sono ancora arrivati provvedimenti legislativi in tal senso hanno denunciato dai sindacati dei balneari. Il cosiddetto sciopero degli ombrelloni arriva in un clima in cui l’Italia ha già una procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea sull’argomento, sono diverse le sentenze già arrivate dagli organi di giustizia italiani ma sullo sfondo c’è una battaglia che potrebbe arrivare anche alla Corte di Giustizia UE. Il nodo è tutto attorno alla messa a bando delle concessioni delle spiagge con l’applicazione, anche in questo settore, della direttiva Bolkestein. Le ripercussioni, secondo i sindacati, potrebbero essere drammatiche considerati i tanti investimenti effettuati nel corso degli anni.

Alcuni comuni ed alcune regioni hanno iniziato a muoversi autonomamente in questo contesto ma serve una norma nazionale. E’ stato Capacchione ha ribadire che resta urgente trasformare i risultati del tavolo tecnico, la cosiddetta mappatura, in una norma giuridica, visto che anche la Corte di Giustizia ha chiarito che non si va a gara ovunque. Ma i tempi sono davvero stretti. Restano attive anche le altre successive manifestazioni previste per il 19 e 29 agosto anche se sembra che il Governo voglia inserire l’argomento in un prossimo Consiglio dei Ministri.

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