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Limiti d’orario per alcolici e musica nella BAT, decisa una mezz’ora in più per le discoteche

Nuovo incontro in Prefettura BAT sulle restrizioni d’orario per la somministrazioni di alcolici ed emissioni sonore nelle attività della provincia, alla presenza dei rappresentanti di categoria (Confcommercio e Confesercenti) che avevano espresso scetticismo e chiesto un nuovo incontro dopo le prime decisioni prese dall’ultimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Alla fine l’accordo è stato raggiunto: mezz’ora in più nei soli locali di pubblico spettacolo (discoteche autorizzate), non più sino alle 2 ma entro le 2.30 dal lunedì al giovedì, e sino alle 3.30 dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi e prefestivi. Resta invariato l’orario per tutti gli altri esercizi pubblici: ovvero sino all’1 dal lunedì al giovedì, e sino alle 2 dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi e prefestivi. Queste dunque le direttive che i sindaci della BAT dovranno rendere effettive attraverso ordinanze sindacali, fermo restando che ogni primo cittadino potrà decidere ulteriori restrizioni d’orario. “Divertimento e socialità ma all’insegna del buonsenso e della tutela della sicurezza e della salute dei nostri cittadini – è stato il commento del Prefetto BAT Silvana D’Agostino -. Comprendo e rispetto le legittime esigenze del tessuto imprenditoriale di un territorio che vive anche di turismo, ma è altrettanto doveroso tener conto di aspetti prioritari quali il decoro e la vivibilità urbana dei centri storici e delle litoranee, nonché della sicurezza stradale che può essere messa a repentaglio dagli spostamenti notturni di massa tra i comuni”. Infine l’appello del Prefetto “al buonsenso degli esercenti, dei cittadini e dei turisti, affinché possano trascorrere un’estate di divertimento, nel pieno rispetto delle regole”. Sul tema è intervenuta anche la Confesercenti BAT, il cui direttore Mario Landriscina ha spiegato in una nota di non essere pienamente convinto delle restrizioni d’orario, sottolineando che il vero problema “ha origini nell’assetto socio educativo” della collettività attuale e che “non si risolve con una semplice anticipazione delle chiusure dei pubblici esercizi”.  

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