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Pineta di Castel del Monte al Parco dell’Alta Murgia per gli interventi di messa in sicurezza: più controlli, più acqua e più fototrappole

Incremento delle aree da pattugliare, potenziamento di punti di approvvigionamento idrico ed utilizzo di fototrappole. Sono i punti finali di intervento a margine di un incontro organizzato dal Parco dell’Alta Murgia per fare un punto della situazione dopo l’incendio che ha distrutto 160 ettari di pascoli e bosco interessando solo marginalmente, fortunatamente, la pineta di Castel del Monte. «Mantenere alta l’attenzione sul bosco di Castel del Monte potenziando ulteriormente la prevenzione ed il contrasto agli incendi» ha spiegato a margine dell’incontro il presidente del Parco Francesco Tarantini. Al tavolo radunati tutti gli enti interessati e cioè la Sindaca di Andria Giovanna Bruno, i vertici della Protezione Civile regionale di Puglia ma anche l’Arif ed i Carabinieri Forestali e la direttrice del Castel del Monte Elena Saponaro.

Il bosco attorno al maniero federiciano è stato, un paio di giorni fa, ceduto temporaneamente dal Comune di Andria al Parco Nazionale dell’Alta Murgia per permetterne la messa in sicurezza grazie al progetto “Parchi per il Clima”. Gli interventi inizieranno in autunno assieme ad altri boschi pubblici come Acquatetta, Monte Cucco, Cecibizzo e Povera Vita. Saranno attuati interventi specifici di selvicoltura naturalistica, per incrementare la resistenza al passaggio del fuoco e la biodiversità delle pinete. Nello specifico si andranno a eliminare le piante morte per favorire il rinnovo spontaneo delle specie quercine autoctone, rafforzandone la presenza attraverso l’impianto in alcune piccole aree. Inoltre, verrà ripristinata la viabilità interna della pineta a servizio delle attività antincendio boschivo.

L’incontro è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio da parte dei Carabinieri forestali nella campagna di prevenzione e repressione degli incendi boschivi nel Parco. Ed i risultati sono comunque importanti. Aldilà dei roghi più estesi, infatti, ed in una stagione estiva particolarmente torrida, il fenomeno è stato decisamente contenuto visto che il report parla di un 50% degli incendi boschivi in meno rispetto allo scorso anno con una riduzione di superficie boscata percorsa dal fuoco pari al 40%. In aumento, invece, della stessa percentuale, le superfici pascolive percorse dal fuoco. In queste aree è vietato il pascolo per tre anni e la raccolta dei frutti spontanei, germogli eduli, asparagi, funghi e lumache per cinque anni.

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