Il caldo fa danni all’agricoltura pugliese. Afa, temperature oltre i 40 gradi ed una siccità che dura oramai da circa 3 mesi, hanno imposto l’irrigazione di soccorso continua nelle campagne. Risultato: riserve idriche calate di 9 milioni di metri cubi di acqua, in soli 7 giorni e costi alle stelle. È la denuncia lanciata da Coldiretti, sulla base dei dati dell’osservatorio di Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.
Un problema sempre più frequente, negli ultimi anni, quello della siccità estiva, che costa all’agricoltura pugliese circa 70 milioni di euro l’anno. Un conto salatissimo, in particolare nel 2021, all’ottavo posto tra gli anni “più caldi mai registrati nel pianeta, a livello di temperatura sia della terra che degli oceani, secondo le informazioni fornite dal Noaa, agenzia statunitense specializzata in meteorologia e climatologia.
A peggiorare la situazione è la carenza di acqua, a causa della quasi totale assenza di piogge, e per l’erogazione a singhiozzo dei pozzi, dove si frequente si segnalano disservizi, fa sapere Coldiretti.
Da qui l’appello dell’associazione pugliese dei coltivatori, affinché “vengano sfruttate al meglio le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio”.
“Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie – sottolinea Coldiretti – l’associazione ha già elaborato e proposto un progetto concreto, immediatamente cantierabile nel Recovery Plan, un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente e lunghi periodi di assenza di acqua”. Solo così si potrà salvare l’agricoltura dalla siccità.