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Attualità

PUGLIA | Scuole riaperte ma gli studenti delle superiori scelgono la didattica a distanza

La campanella questa mattina è tornata a suonare in tutte le scuole medie e superiori ma l’impressione è che a sentirla non siano stati in molti. È quanto emerge dai primi dati relativi alla frequenza negli istituti pugliesi, nel giorno dell’entrata in vigore del decreto “Riaperture” del Governo, che estende la didattica in presenza anche agli studenti di seconda e terza media e a quelli delle scuole secondarie di secondo grado. Da oggi e fino alla fine dell’anno scolastico.

Un provvedimento di carattere nazionale al quale però, almeno in Puglia, se ne aggiunge un altro. Vale a dire l’ordinanza regionale, firmata venerdì sera dal governatore Emiliano, che consente comunque alle famiglie di poter sempre richiedere la didattica digitale integrata per la sicurezza degli alunni. Un’opportunità che potrebbe essere colta in moltissime scuole.

Numeri alla mano, nel primo giorno di riaperture, solo a Bari ad esempio, quasi il 90% degli studenti delle superiori ha deciso di non tornare in classe, optando per le lezioni a distanza. A pesare su questa decisione, i maggiori rischi di contagio per i ragazzi più grandi, legati a possibili affollamenti sui mezzi pubblici, ma anche una maggiore autonomia didattica rispetto agli alunni di elementari e medie.

Dunque la libertà di scelta ripristinata da Emiliano ha mischiato le carte e quel 70% di ritorno in presenza, reso possibile dal decreto nazionale, potrebbe essere un dato difficilmente raggiungibile.

Ma presidi, docenti e molti genitori non ci stanno e, attraverso alcune associazioni del mondo della scuola, chiedono il ritiro immediato dell’ordinanza regionale che lascia la facoltà di scelta alle famiglie.

Lo fanno attraverso una lettera indirizzata al Governo per ottenere sostegno nel ripristino della coesione di tutta la comunità scolastica, messa in discussione dal provvedimento del presidente.

Il movimento, composto da “Comitato Diritto alla Salute e all’Istruzione”, “La Scuola che Vogliamo” e altre realtà associazionistiche, spingono quindi per un intervento urgente dell’esecutivo nazionale affinché impedisca deroghe regionali in materia di didattica, la cui competenza – sottolineano – spetta esclusivamente allo Stato.

Un nuovo braccio di ferro tra genitori ed il presidente Emiliano, che difficilmente si concluderà prima della fine dell’anno scolastico.    

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