Andria torna per il secondo anno consecutivo ad esser citata nel rapporto Mal’Aria di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. In questo caso però non per i limiti sforati di polveri sottili ma per un altro dato e cioè il biossido di azoto. Nessuna città in Italia in realtà ha sforato il limite normativo di 40 microgrammi per metro cubo di aria ma Andria è tra i comuni con il valore più alto nella media annuale tra i capoluoghi di provincia presi in esame dal rapporto. La città federiciana ha registrato, dati 2022, 29 microgrammi per metro cubo dietro città grandi come Napoli, Milano o Torino ed al pari di Firenze, Padova e Trento. «L’esposizione eccessiva al biossido di azoto – è specificato nel report di Legambiente – è dannosa per la salute umana, sia nel breve periodo, causando problemi all’apparato respiratorio e alle mucose, sia nel lungo termine». Tra le altre cose Andria sarebbe risultata oltre il limite normativo se si considera che il valore massimo scenderà nel 2030 a soli 20 microgrammi per metro cubo. Una situazione che vede praticamente il 50% delle città italiane fuori legge se non si prendessero provvedimenti rapidi per i prossimi anni.
Il dato è stato ripreso dal monitoraggio effettuato dall’unica centralina di ARPA Puglia ad Andria quella presente in via Vaccina già al centro di numerose polemiche dopo che nello scorso rapporto Mal’Aria di Legambiente la città federiciana fu posizionata tra le più inquinate d’Italia. Il dato, però, scontava la posizione della centralina rimasta nel cuore del cantiere di interramento della ferrovia in corso di svolgimento. Un dato falsato, ma non troppo visto che comunque in quel periodo evidentemente l’attività di cantiere provocava quel tipo di inquinamento in quel punto anche densamente abitato, un dato comunque poi rientrato nei dati parzialmente disponibili nel 2023 visto che quelli del 2022 non sono più stati resi pubblici. Dal 13 aprile e sino a fine anno 2023 con 14 giorni senza rilevazione dei dati, la centralina ARPA ha segnato 13 sforamenti di Pm10 mentre sembrerebbe esser in ulteriore risalita anche il dato del biossido di azoto che si forma essenzialmente con i motori a scoppio ed il riscaldamento.
Per verificare comunque in modo decisamente più approfondito la qualità dell’aria ad Andria ci sta pensando il Forum Ambiente Ricorda e Rispetta che ha fatto installare, grazie ad una importante raccolta economica tra aziende e cittadini, cinque centraline di rilevazione posizionate in punti decisamente più strategici. I primi dati furono presentati ad ottobre del 2023 e parlavano di una qualità dell’aria tendenzialmente buona ma con alcune criticità da verificare. Criticità che sarebbero potute arrivare soprattutto nel periodo invernale ed infatti in alcuni giorni le centraline hanno registrato valori oltre i limiti imposti. Ma sarà un successivo report in via di preparazione dalla ditta che si occupa della gestione delle centraline a spiegare l’andamento della qualità dell’aria ad Andria che resta comunque caratterizzata da un traffico molto intenso in alcune ore della giornata.