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Scatta il fermo pesca in Adriatico: “attenzione all’etichetta”, avverte Coldiretti Puglia

Scatta da oggi e proseguirà fino al 29 settembre il fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta lungo l’Adriatico, nella nostra regione da Manfredonia a Bari. A darne notizia è Coldiretti Pesca Puglia.

“Nonostante l’interruzione dell’attività sulle tavole sarà comunque possibile trovare prodotto italiano – precisa Coldiretti – , dal pesce azzurro al pesce spada, a spigole, orate, sogliole, vongole e cozze provenienti dalle barche della piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura. Il consiglio è dunque quello di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati, ma per assicurare reale trasparenza occorrerebbe arrivare all’etichettatura obbligatoria dell’origine anche al ristorante”.

Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Puglia vale 225milioni di euro, secondo i dati CREA, con una flotta operante lungo le coste pugliesi costituita da 1.455 battelli che rappresenta il 12,3% del totale nazionale, con le aree di  Manfredonia, Molfetta, sud Barese e Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi, oltre agli allevamenti in mare aperto di spigole, ombrine e orate. Intanto, però, quasi 8 pesci su 10 che arrivano sulle tavole sono stranieri – sottolinea Coldiretti Pesca Puglia – spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello “Made in Italy”.

“Il fermo – conclude Coldiretti Impresapesca – non deve essere una mera restrizione dei tempi di pesca, ma deve avere come obiettivo quello di tutelare le risorse target nelle fasi biologiche più importanti quali la nascita e l’accrescimento dei giovanili, una fase di tutela che non può essere disgiunta dall’attenzione alla sostenibilità economica delle imprese di pesca coinvolte alla misura di fermo e dalla sostenibilità sociale per la tenuta dei territori costieri e delle tante economie collegate alla produzione ittica quali il commercio, la ristorazione, il turismo e la cantieristica”.

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