Dalle 19 di questa sera scatta anche in Puglia lo sciopero indetto dai distributori di carburanti, sull’interno territorio nazionale. Uno stop di 48 ore deciso di comune accordo con le organizzazioni di categoria, a seguito delle polemiche scaturite dalla nuova impennata dei prezzi di benzina a gasolio. Un rialzo determinato anche dalla scelta del Governo di eliminare, a partire dal 1° gennaio, quel taglio sulle accise che permetteva di tenere più bassi i prezzi dei carburanti.
E proprio al Governo si rivolgono le sigle che rappresentano i gestori delle aree di servizio che, in un comunicato congiunto, hanno espresso la necessità di aprire un confronto con Palazzo Chigi, sui veri problemi che affliggono il settore e sulle possibili soluzioni.
Al centro della protesta, un “mal di pancia” generato anche dall’obbligo, introdotto dal Governo, da parte dei benzinai, di esporre settimanalmente il prezzo medio regionale dei carburanti ed ogni eventuale variazione, se non si vuole incorrere in sanzioni, che possono arrivare fino alla chiusura temporanea dell’attività.
Una imposizione che suona quasi come una “criminalizzazione” nei confronti della categoria, additata come responsabile di una speculazione che starebbe determinando l’aumento dei prezzi.
Di contro, c’è la difesa dei gestori, che sottolineano le gravi difficoltà con le quali devono quotidianamente confrontarsi per far quadrare i conti, a causa delle compagnie petrolifere di riferimento, che impongono la loro politica e quindi il loro prezzo.
Un “testa contro testa” sfociato nello stato di agitazione che, a partire dalle 19 di oggi, coinvolge tutti i distributori presenti sulla rete ordinaria e, dalle 22 anche quelli sulle autostrade.
Gli impianti, compresi i self service, resteranno chiusi per 48 ore consecutive, e quindi fino alla serata del 26 gennaio. Saranno tuttavia garantiti dei servizi minimi, solitamente non inferiori al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi, secondo turni programmati.
Potrebbero inoltre restare aperti gli impianti self service gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. Sulle autostrade è invece la Regione a comunicare gli impianti in funzione, e la legge impone un distributore aperto ogni 100 chilometri.