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Scuola “Jannuzzi” ad Andria: la demolizione, il primo scavo poi lo stop per una variante. Tutti i timori (e disagi) dei residenti

La demolizione è completata, lo scavo iniziato, diversi alberi ormai morti, tanta sporcizia attorno ma nessun operaio al lavoro ormai da maggio. E’ questa la situazione della nuova scuola “Jannuzzi” all’interno del quartiere di Santa Maria Vetere al centro di una importante opera di riqualificazione grazie ad un finanziamento ministeriale da 3 milioni di euro. Un presidio educativo e formativo essenziale per il quartiere ed atteso da oltre 20 anni che, a gennaio scorso, ha visto un primo importante atto con l’avvio del cantiere di demolizione il 23 gennaio scorso dell’istituto chiuso esattamente dal terremoto che colpì San Giuliano di Puglia nel 2002 a seguito delle verifiche tecniche sulle strutture scolastiche. Poi il cantiere è andato avanti con grande solerzia almeno fino agli inizi di maggio quando però c’è stato un improvviso stop.

Il timore dei residenti del quartiere e che questo fermo delle opere si protragga considerando che il cantiere sarebbe ad oggi al 256esimo giorno sui 550 previsti ma in circa cinque mesi non si è mai lavorato ed i disagi inevitabilmente restano dopo oltre 20 anni di abbandono di tutta l’area.

Dall’amministrazione comunale, tuttavia, ci fanno sapere che negli scorsi giorni c’è stato il via libera ad una variante progettuale necessaria per il cambio di alcune norme sugli istituti scolastici. Una variante che ha portato via del tempo e che ha, difatto, stoppato il cantiere nel Quartiere ma non le opere accessorie che proseguono nelle ditte incaricate. Lo stesso ente, attraverso l’arch. Loconte, ci spiega che già da qualche giorno il Consorzio Soledil di Qualiano vincitore del bando dei lavori, avrebbe potuto riprendere i lavori e che comunque non si potrà tardare visto che a livello burocratico è tutto ok. I residenti attendono nel frattempo che si restituisca questo bene pubblico alla fruizione del quartiere e che si intervenga su un altro grande incompiuto e cioè il carcere mandamentale a pochi metri di distanza. Una struttura completamente abbandonata da oltre 60 anni e su cui esistono progetti su progetti, finanziamenti anche in lire mai andati a buon fine, e la certezza che serva urgentemente una riqualificazione o quantomeno una pulizia dell’area.

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