Costerà circa 120mila euro il trasloco dei macchinari dall’ospedale Covid in Fiera del Levante, chiuso ieri, al Policlinico. A fare la stima è la stessa struttura sanitaria che precisa come sia stato pubblicato un Accordo quadro della durata biennale che però comprende il trasferimento di diverse apparecchiature elettromedicali nelle strutture ospedalieri del capoluogo. Un appalto complessivo da oltre 500mila euro ma in cui è ricompreso anche il trasloco da 120mila euro dal presidio Maxi Emergenze. Una struttura che, al momento, la regione non pensa più a dover utilizzare e sarà dunque smantellata.
Ieri l’ultimo paziente, una donna di 101 anni, è stata trasferita in una struttura protetta ed ha lasciato l’ospedale Covid in Fiera del Levante. Alla fine restano i circa mille pazienti assistiti nei moduli di Terapia intensiva, Terapia subintensiva respiratoria, Medicina interna dopo l’apertura in piena pandemia a metà marzo 2021. 17 mesi di attività con un picco raggiunto nell’aprile del 2021 con 253 ricoveri. Sull’ospedale Covid in Fiera, tuttavia, ci sono state molte polemiche oltre alle luci delle autorità giudiziarie per i costi lievitati in fase di realizzazione. Poi la mancanza di alcune autorizzazioni ed il termine dello stato di emergenza con una struttura fortemente voluta dalla regione divenuta inevitabilmente anche antieconomica.
Come antieconomica si è rivelata la fabbrica pubblica di produzione di mascherine sanitarie aperta dalla Regione Puglia nel 2020 in piena pandemia Covid nella zona industriale di Bari. Da due giorni è infatti scaduto il contratto con la società che si stava occupando materialmente della produzione di circa 22mila mascherine al giorno e che ha assunto al suo interno 10 lavoratori. Al momento la regione però non ha ancora deciso cosa fare di questa fabbrica che molto probabilmente non riaprirà anche se tra le ipotesi resta in campo quella di affidarla direttamente alla ASL di Bari. L’impianto è costato quasi 10 milioni di euro ma il costo per la produzione dei singoli dpi è fortemente lievitato rispetto ai costi di mercato. Le mascherine, tra le altre cose, non potevano essere immesse sul mercato poiché non commercializzabili. Le mascherine sono state distribuite in modo gratuito soprattutto a forze dell’ordine, associazioni ed ospedali.