2017, 2020, 2022, 2023. Sono i quattro momenti topici di una vicenda che continua a scuotere anche a distanza di sei anni. Come e perché è morto nella mattina del 16 agosto 2017 il giovane chef Raffaele Casale a seguito di un incidente con la moto sulla quale viaggiava da solo in via Martiri di Palermo a Trani? Una domanda a cui ha provato in questi anni a darsi sicuramente una risposta la famiglia Casale con la battaglia portata avanti da papà Felice, ma in qualche modo anche la giustizia tranese che tra tanti passaggi a vuoto al momento tiene ancora in vita l’inchiesta.
Una settimana fa, infatti, è arrivata la nuova decisione del gip Lucia Altamura di proroga di indagine di ulteriori sei mesi. Al momento nel registro degli indagati per omicidio colposo risulta iscritta solo una donna tranese che sarebbe stata al volante di una vettura al momento dell’incidente in moto di Raffaele Casale. Ma omissioni, silenzi, indagini parziali, sono al centro di numerosi esposti da parte di papà Felice che, con la sua tenacia, ha fatto riaprire il caso nel 2020 dopo una frettolosa archiviazione. Da allora i fascicoli sono diventati ben quattro nel complesso, anno dopo anno, ed adesso contengono 1600 pagine di documenti. Ma per papà Felice bisogna ancora continuare ad indagare: a distanza di circa 200 metri dal luogo dell’incidente c’era una telecamera le cui immagini non sono mai state acquisite nell’immediatezza del sinistro. C’è anche da valutare con molta attenzione le condizioni dell’asfalto ed in particolare della pulizia di quella strada in quel punto oltre alla presenza di una pista ciclabile già precedentemente sotto la lente di ingrandimento della magistratura per la sua pericolosità. E poi c’è anche da valutare la corretta catena dei soccorsi. Insomma tanti interrogativi per cui papà Felice continuerà a chiedere giustizia per suo figlio Raffaele giunto a Trani con un sogno che si è interrotto troppo presto.