Sono diventate definitive le condanne nei confronti del mandante e dell’esecutore materiale dell’attentato dinamitardo, messo a segno il 5 marzo 2015 nel circolo privato “Green Table” di Altamura, costato la vita ad un giovane di 26 anni ed il ferimento di altre sette persone.
Così ha deciso la Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso presentato da Mario Dambrosio e Luciano Forte, già condannati dalla Corte d’Appello di Bari, nell’ottobre del 2019, rispettivamente a 30 e 18 anni di reclusione.
Ai due imputati, uno detenuto in carcere e l’altro ai domiciliari, è stato notificato un provvedimento di arresto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari, che hanno anche condotto le indagini sul grave episodio, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Un ordigno artigianale, confezionato con 800 grammi di tritolo, venne fatto esplodere intorno alla mezzanotte davanti al circolo privato, mandando in frantumi un muro ed una vetrata del locale. Nell’attentato perse la vita il 26enne Domenico Martimucci, giovane calciatore di Altamura, rimasto gravemente ferito e poi morto dopo cinque mesi di agonia. La bomba provocò anche il ferimento di altri 7 ragazzi, colpiti dai frammenti.
Secondo quanto ricostruito in seguito dalla DDA, l’attentato venne pianificato da Mario Dambrosio, elemento di spicco della criminalità locale, intenzionato a prendere il controllo del gioco d’azzardo ad Altamura. Per farlo ordinò di distruggere con un’azione eclatante il locale di un concorrente, affermando così il suo predominio nella malavita organizzata.
Esecutori materiali dell’attentato, Luciano Forte, a cui è stata confermata la condanna a 18 anni di carcere, e Savino Berardi, condannato alla pena di 20 anni di reclusione con rito abbreviato, con sentenza già passata in giudicato.