Arrivano i primi due arresti, dopo l’ondata di odio sollevatasi contro i Carabinieri, dopo la morte di Christian Di Gioia, il 27enne deceduto nella notte tra il 21 ed il 22 giugno a seguito di un incidente stradale avvenuto nel quartiere barese di Japigia. Due fratelli di 46 e 57 anni sono finiti in manette con l’accusa di aver inveito contro due militari, che stavano prestando servizio in via Mazzitelli, a Poggiofranco, e di aver danneggiato la loro auto. L’episodio è avvenuto nella notte tra il 25 ed il 26 giugno.
Secondo la ricostruzione fornita dai Carabinieri, che hanno operato gli arresti, il 46enne dopo aver sbeffeggiato i militari, li ha minacciati di morte, ritenendoli responsabili dell’incidente costato la vita a Christian Di Gioia. Poi è stata la volta del fratello che, con un pugno, ha infranto il lunotto posteriore della macchina di servizio. I due sono finiti ai domiciliari.
Gli arresti arrivano a due giorni esatti da un altro inquietante episodio, avvenuto in occasione dei funerali del 27enne. Un corteo fatto da decine di motorini che, contromano, ha percorso anche via Papa Giovanni XXIII, accompagnando il feretro del ragazzo. Il serpentone di moto e scooter ha sfilato anche davanti al carcere di Bari, per consentire anche ad alcuni detenuti di dare il loro ultimo saluto al giovane defunto.
Le scene della carovana funebre, riprese con i telefonini, hanno rapidamente fatto il giro del web, suscitando molta indignazione per quello che, di fatto, è ritenuto come una sorta di “inchino” in stile mafioso.
Già all’indomani del tragico incidente occorso a Di Gioia, avvenuto in via Magna Grecia, sui social network si sarebbe diffusa la voce che a provocarlo sia stato un inseguimento dei Carabinieri nei confronti della vittima. Una folle corsa tra le strade di Bari, scattata dopo che il 27enne non si sarebbe fermato ad un posto di blocco. Secondo un’altra ricostruzione, invece, i militari si sarebbero lanciati all’inseguimento del fuggitivo ma l’avrebbero perso di vista, per poi ritrovarlo quando era già a terra.
Le polemiche seguite alla tragedia sono state accompagnate per diversi giorni da insulti e minacce rivolte agli uomini dell’Arma, accusati di aver in qualche modo provocato il decesso del ragazzo. Una circostanza, questa, ampiamente smentita dalla Polizia Locale di Bari che, in una nota ufficiale, ha escluso il coinvolgimento di altri veicoli nella dinamica dell’incidente mortale.