Erano nascoste in cucina, in un vano segreto ricavato dietro gli elettrodomestici, protetto a sua volta da una finta parete di mattonelle scorrevoli che copriva una piccola porta in ferro serrata, le armi sequestrate ieri dalla Squadra mobile di Bari nella masseria ad ANDRIA di proprietà di Antonio Tannoia. L’imprenditore agricolo 55enne, attualmente detenuto in carcere, è coinvolto nell’inchiesta che il 13 maggio scorso ha portato all’arresto dell’ex gip del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e del caporal maggiore scelto dell’Esercito Antonio Serafino dopo il rinvenimento, il 29 aprile scorso, in una botola ricavata in una dependance della stessa masseria, di un arsenale con più di 200 pezzi tra fucili, mitragliette, pistole, esplosivi, bombe a mano, una mina anticarro e circa 100 mila munizioni di vario calibro.
Dopo quel sequestro, le intercettazioni disposte dalla Dda di Lecce che coordina l’inchiesta, hanno rivelato l’esistenza di un altro nascondiglio dove erano custodite ulteriori armi. Così è stato trovato, grazie ai georadar della Polizia scientifica, il nuovo luogo segreto dietro le pareti, nella masseria di Tannoia. Nel dettaglio sono stati sequestrati tre pistole con caricatori e cartucce, tre fucili, d’assalto, parti di altre armi (canna, otturatori, cartuccere, caricatori per armi da guerra) e circa un migliaio di munizioni di vario calibro, anche da guerra. «Ulteriori accertamenti – dicono gli investigatori – verranno effettuati al fine di verificare se le armi siano state utilizzate in precedenti episodi delittuosi». In una seconda perquisizione nella casa di Molfetta dell’ex giudice, la Polizia ha sequestrato, nascoste all’interno di una finta presa per la corrente elettrica, 1.100 sterline e documenti bancari.