Il primo arresto, per furto di auto, risale al 1988; da quel momento un’escalation criminale impressionante costellata di rapine, ricettazioni, assalti armati a tir, portavalori e sportelli bancomat, culminata nell’ottobre del 2018 nel tentato omicidio di una guardia giurata a Ruvo di Puglia. La latitanza di Giuseppe Magno, andriese, oggi 58enne, durò sino all’aprile del 2020, quando venne rintracciato ed arrestato dai carabinieri in un paesino del Salento. Il patrimonio accumulato grazie alla sua lunga e redditizia attività criminale, stimato in circa 80 milioni di euro, è stato posto questa mattina sotto confisca definitiva e sottratto alla disponibilità del pregiudicato andriese e della sua famiglia. Un impero costituito da 119 terreni agricoli – per un’estensione di 530 ettari – 3 aziende agricole, 23 veicoli di cui 6 autovetture, 29 immobili (tra appartamenti, ville, locali commerciali e capannoni industriali) compreso l’immenso autoparco di via Canosa, ad Andria, e la sua abitazione, il cosiddetto castello, dal valore stimato di circa 3 milioni di euro. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla 2^ Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Giuseppe Magno e ha pienamente accolto la proposta della Procura della Repubblica di Trani.
Vedi anche

La Puglia si racconta al Vinitaly di Verona tra novità e dazi USA, cosa ne pensano gli espositori
8 Aprile 2025

Cerignola, importazione di auto dall’estero: maxi frode fiscale da 15 milioni, denunciate 33 persone
8 Aprile 2025