Cronaca

Appalti in cambio di soldi e favori: la Procura di Bari chiede il processo per i fratelli Pisicchio

La Procura di Bari ha chiesto il processo nei confronti dell’ex assessore all’Urbanistica della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, e per suo fratello Enzo, entrambi finiti in manette, il 10 aprile scorso, con l’accusa di presunta corruzione e turbativa d’asta, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza.

L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 25 settembre e sarà celebrata davanti al giudice Nicola Bonante.

Sono in tutto nove gli imputati chiamati alla sbarra. L’indagine delle Fiamme Gialle, coordinata dal pubblico ministero Claudio Pinto, è stata avviata nel 2019 a seguito di una segnalazione alla Regione su alcune false fideiussioni, e riguarda una serie di appalti pubblici e di finanziamenti regionali che – secondo l’ipotesi accusatoria – i fratelli Pisicchio avrebbero fatto ottenere ad imprenditori amici in cambio di denaro o favori. Accusa respinta dall’ex assessore regionale, che ha sempre negato di essersi interessato di appalti, se non con richieste generiche di informazioni.

In particolare, le accuse per i fratelli Pisicchio ruotano intorno ad una gara d’appalto del valore di 5 milioni e mezzo di euro per la gestione della riscossione dei tributi del Comune di Bari. Fatti che risalgono al gennaio 2020. Secondo l’accusa, questa gara venne pilotata dai Pisicchio, che avrebbero ottenuto in cambio delle utilità (come soldi e assunzioni), per aver fatto da intermediari tra l’imprenditore che si aggiudicò l’appalto e gli altri pubblici ufficiali indagati.

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