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Cronaca

Assalti a portavalori con metodo “paramilitare”, 17 arresti a Cerignola: usavano armi e dispositivi da guerra

Una banda specializzata nell’assalto a portavalori e che utilizzava armi e dispositivi da guerra per mettere a segno i propri colpi con violenza e spregiudicatezza. La Polizia di Stato ha arrestato 17 persone a Cerignola, tutti coinvolti in associazione per delinquere finalizzata a rapine pluriaggravate e in concorso, porto illegale di armi, violenza privata, riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona. I 17 soggetti, finiti tutti in carcere, sarebbero i responsabili materiali dell’assalto a portavalori del 10 agosto 2020 sulla autostrada A14 tra Cerignola e Canosa di Puglia andato a buon fine, un secondo consumato sulla strada statale 268 nella zona di Salerno il 15 settembre 2020, un tentativo di rapina sulla strada provinciale 141 nel territorio di Zapponeta il 12 ottobre 2020, e un’altra rapina fallita il 12 marzo 2021 a Sillavengo, in provincia di Novara.

Dalle indagini è emerso che le azioni del gruppo criminale erano organizzate secondo un articolato schema operativo “paramilitare”, con un’accurata pianificazione di ciascun assalto e che vedeva la partecipazione, per ciascun colpo, di oltre 10 persone con ruoli ben definiti in ogni fase dell’azione criminosa. Gli assalti sono stati eseguiti con autovetture, mezzi pesanti e rubati. Utilizzate armi di vario calibro, selezionate a seconda dell’obiettivo da colpire, tra le quali anche armi da guerra come kalashnikov. Prima degli assalti, il gruppo faceva dei sopralluoghi e monitorava i tragitti dei mezzi da assaltare, preparando la scena del crimine ore prima del colpo: tagliavano e smontavano porzioni di guardrail per assicurarsi la fuga, e preparavano chiodi a punta multipla e catene. Durante i colpi davanti fuoco alle auto rubate che utilizzavano per bloccare il passaggio di autovetture e rallentare l’arrivo delle forze dell’ordine. Ancora, il sodalizio utilizzava disturbatori di frequenza ad ampio raggio per inibire le comunicazioni telefoniche, gps, via radio e via web durante l’esecuzione di ciascun assalto, sempre per rallentare le forze di polizia. La banda potrebbe essere collegata ad altri assalti a portavalori come quello consumato sulla A16 tra Canosa e Cerignola nel maggio 2015 e un altro non andato a segno in corso Roma a Cerignola a maggio del 2017.

Un duro colpo alla criminalità organizzata tenendo conto che tra gli indagati ci sarebbero anche esponenti vicini alla temutissima quarta mafia di Cerignola.

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