Le forze dell’ordine lo hanno raggiunto nella mattinata di mercoledì all’interno del suo studio e poco dopo, quando gli è stato spiegato che avrebbe trascorso la notte in carcere, ha accusato un malore. Vito Lorusso, 68 anni, primario del reparto di oncologia medica dell’istituto “Giovanni Paolo II” di Bari, è accusato di peculato e concussione. L’ipotesi avanzata dal pubblico ministero Chiara Giordano, naturalmente tutta da confermare nelle sedi appropriate, è che il noto oncologo abbia chiesto per sé somme di denaro che i pazienti avrebbero dovuto versare agli uffici della struttura, facendo saltare le liste d’attesa. L’indagine sarebbe scattata alcune settimane fa in seguito a circostanziate segnalazioni. Le visite, garantite a titolo gratuito dal servizio sanitario, sarebbero state effettuate a pagamento: il medico, secondo quanto emerso dall’indagine, avrebbe dovuto gestire le prestazioni tramite il Cup anziché intascare i soldi. L’arresto, come hanno spiegato dalla Procura di Bari, è avvenuto in flagranza di reato. Il dottor Lorusso ha prestato servizio, in passato, a Milano, Reggio Emilia e Lecce e guida l’unità operativa dell’oncologico barese da undici anni. Previsto a breve l’interrogatorio di garanzia davanti al gip alla luce del quale si deciderà sulla convalida del provvedimento cautelare nei suoi confronti. L’assessore regionale alla sanità Rocco Palese si è detto «basito e sconcertato» mentre Alessandro Delle Donne, direttore generale dell’oncologico, ha espresso «sgomento e indignazione» confermando massima disponibilità verso la Magistratura.
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