Cronaca

BARI | Si faceva pagare per somministrare un farmaco gratuito, oncologo sospeso dall’Ordine dei Medici

L’Ordine dei Medici ha disposto la sospensione dell’oncologo ed ex dipendente dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, Giuseppe Rizzi, agli arresti domiciliari dal 29 maggio scorso con l’accusa di concussione aggravata e continuata ai danni di un suo paziente malato di cancro.

La decisone è stata presa dal Consiglio direttivo dell’Ordine, che ha anche annunciato di aver avviato la fase istruttoria di raccolta di ulteriori documenti che possano essere utili alla Commissione disciplinare per procedere ad una valutazione dell’operato del medico.

Rizzi è stato raggiunto da un provvedimento cautelare, firmato dal gip del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, su richiesta del pubblico ministero Marcello Quercia. Indagata anche la compagna dell’uomo, l’avvocato Maria Antonietta Sancipriani.

Le indagini, condotte dai Carabinieri, sono partite a seguito della denuncia presentata dai familiari di un paziente, Ottavio Gaggiotti di 67 anni, imprenditore foggiano morto nel 2019.

Secondo l’ipotesi accusatoria, il medico, sia durante che fuori dall’orario di servizio, iniettava al paziente oncologico un farmaco salva-vita gratuito, completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, costringendolo a sborsare ingenti somme di denaro. I pagamenti avvenivano nella struttura ospedaliera ma anche nel patronato CAF di Bari, in uso alla compagna, adibito per l’occasione a studio medico clandestino.

In condizioni totale disperazione, la vittima era arrivata versare (senza fattura) sino a 130mila euro, chiedendo l’aiuto economico di amici e parenti. Ogni singola somministrazione del farmaco gratuito poteva costare sino a 2.500 euro.

Il paziente avrebbe inoltre offerto regali costosi ed eseguito lavori edili nella villa dell’oncologo.

Nei confronti del medico è stato emesso anche un provvedimento di sequestro preventivo, ai fini di confisca, per circa 135mila euro presso un istituto bancario. Durante una perquisizione nella sua abitazione, i militari hanno trovato reperti archeologici e denaro contante per quasi due milioni di euro, nascosti all’interno di buste e scatole di scarpe.

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