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Cronaca

Bari, ucciso a colpi di pistola “Lello” Capriati, nipote del boss “Tonino”

Bossoli per terra e intorno solo silenzio. Un agguato in perfetto stile mafioso ha scosso la tarda serata del lunedì di Pasquetta su via Bari a Torre a Mare, quartiere del capoluogo pugliese. Ad essere colpito mortalmente con quattro colpi di pistola da distanza ravvicinata, tre alla testa e uno alla spalla, è stato Raffaele Capriati, conosciuto come Lello, 41 anni, figlio di Sabino e nipote del boss di Bari vecchia ‘Tonino’. L’uomo era ancora vivo quando è stato soccorso dal personale del 118: trasportato al Policlinico, è morto poco dopo. Probabilmente a sparare è stato, con un solo revolver, un unico killer forse a bordo di una moto che avrebbe affiancato l’auto di Lello Capriati proprio in un punto dove non c’erano telecamere di sorveglianza. I soccorsi sono stati chiamati probabilmente da un residente della zona, ma quando è giunta la polizia sul posto non c’era più nessuno: nemmeno un testimone. Sul delitto indaga la squadra mobile della Questura di Bari, guidata dal primo dirigente Filippo Portoghese e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha compiuto, nella notte tra lunedì e martedì, perquisizioni in tutta la Città Vecchia e ascoltato alcuni parenti della vittima. Raffaele Capriati era stato scarcerato 18 mesi fa, nell’agosto del 2022, dopo aver scontato la sua condanna a 17 anni di reclusione per concorso nell’omicidio del sedicenne Michele Fazio, ucciso per errore, il 12 luglio 2001, durante una faida tra clan mafiosi rivali mentre rientrava a casa, nel cuore di Bari Vecchia. Secondo l’accusa a premere il grilleto fu Leonardo Ungredda, ucciso in un agguato nel 2003. L’ uscita di galera di Lello Capriati fu festeggiata con fuochi d’artificio e video sui social. Sul movente, sul perché la vittima fosse a Torre a Mare e sulla possibilità che nell’auto non fosse solo, ma in compagnia di una donna poi fuggita, saranno gli inquirenti a fare chiarezza. Una cosa è certa, ciò che è accaduto a Lello Capriati potrebbe aver fatto saltare gli equilibri delle cosche mafiose a Bari, città che sembrava aver dimenticato le sparatorie degli anni ’80 e città che deve fare i conti anche con il rischio di scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose.

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