Torna a bruciare la terra di Canne della Battaglia. Non c’è pace per il sito archeologico la cui memoria è legata al celebre scontro tra romani e cartaginesi del 216 a.C. Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato stanotte lungo il percorso che dal parcheggio dell’Antiquarium porta al ricco sepolcreto di Pezza La Forbice e ai resti dell’antico villaggio di Fontanelle. I Vigili del Fuoco hanno lavorato intensamente per diverse ore prima di avere ragione dei roghi alimentati dal forte vento che hanno devastato ciò che sulla stessa segnaletica turistica viene definito un percorso di grande suggestione dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Una cinquantina, tra ulivi e pini domestici, gli alberi danneggiati dalle fiamme, alcuni ormai morenti. Negli anni ’60 l’onorevole canosino Giuseppe Matarrese pretese in Parlamento che quegli ulivi fossero preservati dallo Stato come avamposti di una natura che si fonde armoniosamente con la storia. Una visione avveniristica in cui non troverebbero spazio i problemi ormai cronici del sito di Canne, afflitto da anni da carenza di personale e di sorveglianza. Le fiamme non hanno fortunatamente lambito il villaggio di Fontanelle dove sono ancora visibili le abitazioni dei maggiorenti del borgo che, secondo l’usanza del tempo, erano edificate a fianco delle tombe di famiglia. Ciò che rimane dopo l’incendio è un paesaggio spettrale annerito dai residui della combustione. Potrebbe esserci ancora una volta la mano distruttrice dell’uomo, aiutata dalla scarsa manutenzione destinata a questi luoghi, dietro l’ennesimo rogo che ha funestato il sito di Canne. Tra i mesi di giugno e luglio diversi incendi dolosi hanno condannato i maestosi pini mediterranei che abbelliscono la strada provinciale che porta all’Antiquarium. Eventi dirompenti che, senza un intervento deciso delle istituzioni, sono destinati a ripetersi.
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