Non si capacita la libraia di Bitonto presso cui si recava ogni giorno, per acquistare il giornale, il 52enne Vincenzo Coviello, l’ex dipendente di Intesa San Paolo accusato di aver cercato e in molti casi spiato i conti correnti di 3500 persone tra cui magistrati e politici, compresa la premier Giorgia Meloni. L’uomo fino a pochi mesi fa lavorava presso il distaccamento di Bisceglie della filiale Agribusiness di Intesa San Paolo di Barletta. E’ indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Il 52enne è stato licenziato dell’istituto di credito ad agosto scorso, poco dopo essere stato scoperto.
Nelle scorse ore gli ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura di Bari hanno perquisito la casa dell’ex dipendente e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi. Anche Intesa Sanpaolo risulta indagata per accesso abusivo ai sistemi informatici della Banca al pari di Vincenzo Coviello. Sono quasi 7mila gli accessi abusivi contestati a Coviello tra febbraio 2022 ed aprile 2024. Tra i profili spiati ci sono quelli della premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, i ministri Crosetto, Fitto e Santanchè, i magistrati Melillo della DDA e Nitti della Procura di Trani. Ma ci sono anche amici del 52enne indagato. Gli inquirenti indagano per capire se l’uomo abbia agito da solo, tesi più accreditata, o se sia stato pilotato da qualche altra persona. Ipotesi, quest’ultima, al momento piuttosto remota. Tra gli interrogativi da svelare, le reali motivazioni che hanno spinto Coviello a sbirciare nei conti correnti.