Se non fosse stato per i droni, che per alcuni giorni hanno sorvolato la zona, difficilmente i poliziotti sarebbero arrivati al nascondiglio: un vero e proprio cimitero di macchine rubate, situato tra le campagne, a pochi chilometri dal centro abitato.
È la scoperta fatta, nelle ultime ore, dagli agenti del Commissariato di Canosa di Puglia, nell’ambito di una serie di controlli predisposti per contrastare il fenomeno dei furti di autovetture.
L’area sottoposta a monitoraggio è stata quella del fiume Ofanto, nel territorio compreso tra Canosa, San Ferdinando e Barletta, un luogo isolato e per questo spesso utilizzato per nascondere e smontare le auto rubate in tutta la Puglia.
Qui, grazie all’utilizzo dei droni, che hanno a lungo perlustrato dall’alto le campagne, i poliziotti sono riusciti a ritrovare e sequestrare 18 veicoli, alcuni ancora intatti, altri già “cannibalizzati” o schiacciati sotto la pressa.
Nella zona sono state recuperate anche diverse componenti di autovetture, destinate ad essere vendute sul mercato nero dei pezzi di ricambio, con la collaborazione delle attività di autodemolizione compiacenti.
Nell’ambito della stessa attività, gli agenti hanno anche sequestrato, questa volta nel centro di Canosa di Puglia, un’auto rubata, da utilizzare verosimilmente per compiere rapine.
All’interno, infatti, sono stati rinvenuti numerosi “chiodi a tre punte”, utilizzati solitamente da rapinatori per coprirsi la fuga, dopo un colpo, in caso di inseguimento delle Forze dell’Ordine.
I controlli della Polizia, disposti d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, andranno avanti anche nei prossimi giorni, per cercare di risalire ai responsabili dei furti.