Passava anche da Bari il traffico di stupefacenti smantellato questa mattina nel corso di una operazione eseguita dalla Guardia di Finanza sul territorio nazionale. 36 le persone arrestate, su ordine del gip del Tribunale di Reggio Calabria, con l’accusa di aver gestito una rete internazionale di spaccio, con base a Gioia Tauro, ma con diramazioni in diverse città italiane, tra le quali il capoluogo pugliese. Sull’accusa pesa anche l’aggravante del metodo mafioso, avendo l’organizzazione legami con la ‘ndrangheta.
Al blitz hanno preso parte oltre 300 militari delle Fiamme Gialle. Per 34 delle 36 persone arrestate è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre 2 sono finite agli arresti domiciliari.
Tra le persone raggiunte da provvedimento cautelare, figura anche un funzionario dell’Agenzia delle Dogane, in servizio nel porto di Gioia Tauro, e che diverse volte, in passato, aveva collaborato proprio con la Guardia di Finanza in occasione di importanti sequestri di stupefacenti.
L’organizzazione era articolata su 3 distinti livelli e sfruttava i legami con esponenti delle principali famiglie della ‘ndrangheta, che in grado di garantire l’importazione dal Sud America delle partite di cocaina.
Dopo l’indicazione ai referenti locali da parte dei fornitori sudamericani del nominativo della nave in arrivo e del container con la droga, la palla passava ai dipendenti portuali, i quali si attivavano affinché il carico venisse sbarcato al momento opportuno e posizionato in un luogo sicuro, per consentire lo spostamento in un secondo container nelle ore successive, e che sarebbe stato poi ritirato dai responsabili dell’organizzazione. Questo procedimento veniva chiamato “sistema del ponte”.
In sostanza la droga era continuamente spostata da un container all’altro e su ognuno di questi veniva applicato un sigillo contraffatto, mentre il funzionario dell’agenzia delle dogane, sfruttando il suo ruolo, agevolava le operazioni in cambio di una somma di denaro pari al 3% del valore del carico.
Nel corso dell’operazione sono state sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina, per un valore, al dettaglio, di oltre 800mila euro. Sigilli anche a beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro.