E’ definitiva la condanna per atti persecutori a carico di un imprenditore agricolo andriese dopo la sentenza d’appello ed il rigetto totale del ricorso in corte di cassazione. La vicenda ebbe inizio nel novembre del 2019 ed è poi proseguita sino a giugno del 2020 secondo quanto ricostruito dagli agenti dell’allora Commissariato di Polizia di Andria. L’imprenditore Emanuele Catino, infatti, finì in manette a settembre del 2020 con l’accusa di stalking ai danni dell’avvocato andriese Laura Di Pilato, in quel periodo impegnata come candidata a Sindaco della Città di Andria. Il provvedimento di arresto fu revocato dopo circa un mese ma nella sentenza d’appello, lo scorso anno, ci fu la condanna ad 8 mesi di reclusione, furono riconosciute delle attenuanti rispetto alla condanna in primo grado ad un anno ed un mese. Già in primo grado, invece, l’imprenditore agricolo fu assolto perchè il fatto non sussiste per il reato di lesioni personali.
L’avv. Di Pilato aveva denunciato l’uomo per atti persecutori non solo a suo carico ma anche nei confronti deu suoi figli. Confermata anche la condanna al pagamento delle spese processuali. Si chiude, dunque, una querelle giudiziaria che, tuttavia, proseguirà ancora per altre denunce già avvenute nei confronti di Catino da parte dell’avv. Di Pilato e che ora rischia di vedersi revocata la sospensione della pena. «La mia storia è quella di tante donne che hanno paura di denunciare – ci dice l’avv. Di Pilato – la giustizia fa il suo corso ma è fondamentale rivolgersi alle forze di polizia in caso di atti persecutori perchè non si è soli».