Un “tesoro” da oltre due milioni di euro accumulato con la droga e altre attività illegali: è quello confiscato dai carabinieri del Comando provinciale di Bari agli eredi di Ruggiero Lattanzio, morto il 15 gennaio 2019 a Barletta, nel quartiere Sette Frati, a seguito di un agguato a colpi di arma da fuoco.
In base agli elementi raccolti dagli inquirenti nel corso di diverse indagini sulla criminalità organizzata nel territorio della BAT, l’uomo era a capo dell’omonimo clan che operava nel Nord Barese, ed era stato più volte indagato e condannato per aver promosso e diretto un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Dopo il sequestro dell’aprile 2023, adesso è arrivata la confisca definitiva del patrimonio del pregiudicato, sottratto alla disponibilità dei suoi eredi. L’operazione è scattata all’alba di questa mattina, a seguito del provvedimento firmato dal Tribunale del capoluogo, Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Tra i beni oggetto di confisca, figurano sette unità immobiliari, tra le quali una villa e tre appartamenti di lusso, due autovetture e disponibilità bancarie per oltre 470mila euro.
Un ingente patrimonio derivante da traffici illegali che il boss, coinvolto in attività criminali già a partire dagli anni ’90, avrebbe provveduto a “ripulire” anche attraverso i suoi familiari.
Si tratta del primo provvedimento ablatorio eseguito nell’ambito della Regione Puglia, e tra i primi in assoluto, a livello nazionale, nei confronti degli eredi.



