Corruzione e truffa ai danni della Regione Puglia. Sono questi i reati contestati dalla Guardia di Finanza di Bari che stamane ha arrestato sei persone e sequestrato beni per 2 milioni di euro nei confronti di quattro imprese nell’ambito dell’operazione “Radici”. Gli indagati sono complessivamente 21: tre di questi sono pubblici ufficiali proprio della Regione Puglia. E poi 10 imprenditori operanti nel settore agricolo-forestale in provincia di Foggia e 8 consulenti agronomi.
Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di tentata concussione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Reati, secondo l’accusa, commessi a Bari e in provincia di Foggia.
In carcere è finito Lorenzo Mazzini, 63enne foggiano, funzionario regionale del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini avrebbe intascato denaro da tecnici e imprenditori agricoli foggiani, il 3% per ogni pratica o somme concordate dai 500 ai 30mila euro, per agevolarli nell’ottenimento dei fondi del Psr, il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia, falsificando la documentazione sulla sussistenza dei requisiti per accedere ai finanziamenti, truffando così l’ente.
Oltre lui, sono finiti agli arresti domiciliari gli imprenditori agricoli foggiani Matteo Fasanella, Nunzio Nargiso, Nicola Biscotti e Francesco Nasuti e l’agronomo, anche lui foggiano, Antonio Simone. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 2 milioni di euro nei confronti delle aziende Consorzio Agroforestale “Biase Fasanella” di Peschici, Soc. Cooperativa “Tenuta Umbra” di Foggia, “Agri Verde” di Nargiso Nunzio & C di Apricena, “Cala Lunga” di Vieste.