Cronaca

Costretto a cedere l’attività per restituire un piccolo prestito, commerciante vittima degli usurai: due arresti

Per più di 10 anni ha versato agli “strozzini” un totale di quasi 150mila euro, per restituire, a tassi d’interesse altissimi, un prestito ricevuto, fino al punto di essere costretto a cedere la sua attività. È la drammatica storia di usura che vede come protagonista un veditore ambulante di Bari, commerciante di abbigliamento presso i mercati rionali del capoluogo.

A scrivere la parola fine sono arrivati i poliziotti della Squadra Mobile che, a seguito di un’indagine coordinata dalla Procura barese, hanno messo le manette ai polsi agli usurai.

In carcere sono finiti il 59enne Nicola Santoro, detto “Il Koyote”, ed il 45enne Giuseppe Intranò, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Angelo Salerno, su richiesta del pm Lanfranco Marazia.

Disposto anche il sequestro delle somme estorte alla vittima, pari a circa 148mila euro, a partire da 11 anni fa, quando il commerciante aveva chiesto un piccolo prestito per far fronte ad alcune spese improvvise.

Ma col passare del tempo, il suo debito è cresciuto a dismisura, con interessi talmente elevati da rendere impossibile l’estinzione dell’intera cifra dovuta.

E con l’aumentare della quantità di denaro da restituire, sono arrivate le estorsioni e le minacce, che i due hanno rivolto alla vittima avvalendosi anche della parentela di Santoro con Davide Francesco Rizzo, ritenuto dagli inquirenti esponente del clan Capriati.

Un tunnel senza via d’uscita per l’ambulante che, non riuscendo più a pagare, è stato costretto a vendere la sua attività, diventando di fatto un dipendente dei suoi aguzzini.

I filmati registrati al mercato, nel corso dell’attività investigativa, hanno più volte immortalato i due usurai, che si recavano ogni settimana presso la bancarella dell’uomo, facendosi consegnare buona parte dei soldi incassati.

A far scattare gli accertamenti è stato un esposto anonimo arrivato in Questura, che segnalava come almeno quattro commercianti baresi fossero vittime degli strozzini. In seguito tutti i venditori sono stati ascoltati dalla Polizia, ma solo uno di loro ha ammesso di essere tenuto sotto scacco. Gli altri hanno preferito non parlare, alimentando il clima di omertà che ha caratterizzato l’intera indagine.

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