Cronaca

Crollo palazzo a Bari, entra nel vivo l’inchiesta: ascoltato l’amministratore di condominio, si attende la consulenza tecnica

Mentre restano stabili le condizioni di Rosalia De Giosa la 74enne salvata dopo 26 ore sotto le macerie della palazzina crollata a Bari tra via Pinto e via De Amicis, entra nel vivo l’indagine della procura barese. L’area attorno al palazzo di cinque piani sbriciolatosi in pochi secondi nel tardo pomeriggio di mercoledì è sottoposta a sequestro. I pubblici ministeri avranno bisogno di una consulenza tecnica da parte di un ingegnere edile già individuato per comprendere le cause dell’implosione mentre è stato ascoltato anche l’amministratore di condominio del palazzo che nel pomeriggio di mercoledì aveva allertato circa un’ora prima del crollo i proprietari degli appartamenti attraverso alcuni messaggi in una chat whatsapp.

La Procura di Bari vuole minuziosamente ricostruire quello che è accaduto, a partire dai documenti che raccontano tutta la storia dell’edificio. L’indagine è al momento a carico di ignoti ed il reato ipotizzato è quello di crollo colposo. Tutto ruota proprio attorno ai lavori di messa in sicurezza e consolidamento che erano stati avviato solo nove giorni prima del crollo, ad un anno esatto dall’ordinanza del Comune a firma dell’allora sindaco Antonio Decaro, che aveva certificato la inagibilità del palazzo, ordinandone lo sgombero immediato. 

Oltre alle carte al vaglio degli inquirenti ci sono naturalmente le immagini delle telecamere di video sorveglianza oltre alle primissime testimonianze dei tecnici ed operati, cinque in tutto, che sono usciti dalla palazzina ad un minuto dal crollo. Erano sul posto proprio per verificare lo stato di alcune crepe oltre che delle colonne portanti ammalorate su cui si sarebbe dovuto intervenire nei lavori di consolidamento statico del palazzo. Probabile comunque che nelle prossime ore ci possano essere già i primi nomi sul registro degli indagati.

Nel frattempo la vicenda si sposta anche sul piano dei risarcimenti del danno. Si segnala, infatti, una formale messa in mora alla ditta che stava svolgendo i lavori, all’amministratore di condominio ed agli ingegneri incaricati di redigere il progetto, da parte di due proprietari nello specifico di locali al piano terra. Resta da capire anche cosa accadrà alle altre tre palazzine attorno, al momento evacuate, per un totale di circa 80 persone. Sia i vigili del fuoco che i tecnici comunali continuano, infatti, a valutare la situazione di stabilità anche se la priorità ora resta metter in sicurezza la parte ancora pericolante della palazzina oltre alla rimozione di tutte le macerie già autorizzata ed in cui potrebbero esserci anche fibre di amianto particolarmente pericolose per la salute.

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