Cronaca

Dentisti di Bari e provincia pagati “in nero”, chiuse le indagini su un’evasione fiscale da 6 milioni di euro: 29 indagati

Soldi ricevuti “in nero” dai pazienti e registrati attraverso un apposito software, che consentiva di tenere una contabilità parallela a quella ufficiale: così, secondo l’accusa, 28 dentisti di Bari e provincia avrebbero sottratto al Fisco circa 6 milioni di euro in cinque anni.

La Procura della Repubblica del capoluogo ha chiuso le indagini, che riguardano 28 professionisti, 3 società operanti nel settore odontoiatrico, un ingegnere informatico di Palo del Colle ed una sua società. I 29 indagati rispondono di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, mentre le 4 società di responsabilità amministrativa degli enti.

Il fascicolo è nato da una verifica fiscale nei confronti di un odontoiatra del Barese: nel suo studio la Guardia di Finanza ha scoperto un software che, premendo semplicemente un pulsante della tastiera del computer (F12), consentiva di passare alla gestione “in nero” dei clienti. La contabilità parallela veniva poi salvata su una chiavetta USB, che il titolare dello studio poteva tranquillamente togliere e portare via.

Un sistema ideato, secondo l’accusa, dall’ingegnere informatico di Palo del Colle Tommaso Carbone. Attraverso il software da lui fornito, tra il 2015 ed il 2020, gli indagati avrebbero evaso sistematicamente le imposte per oltre 6 milioni di euro.

Carbone avrebbe creato anche delle chat per dialogare con i suoi clienti, invitandoli alla prudenza e rimandando ulteriori spiegazioni ad incontri di persona, facendo riferimento alla contabilità in nero.

L’attività investigativa è stata supportata dalle dichiarazioni di diversi pazienti, che hanno dichiarato di aver pagato in contanti i dentisti dopo le visite, senza ricevere alcuna fattura.

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