Resta in carcere Luigi Leonetti, il 51enne che nella serata di martedì 28 novembre, ha ucciso a coltellate la moglie Vincenza Angrisano, di 42 anni, all’interno di un’abitazione a ridosso della Strada provinciale 2, a circa 3 chilometri dall’abitato di Andria. Interrogato ieri dal Gip, Lucia Anna Altamura, l’uomo, difeso dall’avvocato Sabino Arbore, ha ammesso di aver accoltellato a morte la coniuge al culmine dell’ennesimo litigio di coppia. In base a quanto emerso, i rapporti tra i due si erano deteriorati nell’ultimo periodo, da quando la donna avrebbe confessato al marito di voler interrompere la loro relazione coniugale. Il giudice ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, in quanto ha ritenuto sussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza sia le esigenze cautelari.
L’accusa resta quella di omicidio volontario ma viene respinta dalla difesa l’ipotesi della premeditazione. Il 51enne avrebbe agito in un eccesso d’ira durante la violenta lite familiare: ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito la vittima con alcuni fendenti all’addome e al torace. Poi ha chiamato il 118, confessando agli operatori ciò che aveva appena fatto: “L’ho accoltellata, venite!”.
All’arrivo dell’ambulanza, la donna era riversa a terra lungo il piccolo corridoio che collega la cucina alla zona notte dell’appartamento. Il personale sanitario non ha potuto far altro che constatarne il decesso.
Sul pavimento c’era ancora l’arma del delitto: il coltello da cucina che l’uomo ha consegnato ai Carabinieri al loro arrivo e che è stato sottoposto a sequestro, come l’abitazione della coppia. Sequestrati anche dei telefoni cellulari, alla ricerca di riscontri utili alle indagini, che sono coordinate dal magistrato della Procura di Trani, Francesco Chiechi.
Nella giornata di sabato sarà eseguita l’autopsia sul cadavere della vittima. Intanto l’assassino dal carcere di Lucera, secondo quanto riferito dal suo legale, appare scosso e si dice preoccupato per il destino dei suoi figli, due bambini di 6 e 11 anni che erano in casa al momento della tragedia ma che non avrebbero assistito al massacro. I piccoli sono stati affidati alla sorella della donna uccisa.