E’ stato il giorno della convalida del fermo per il 45enne panettiere albanese Taulan Malaj accusato del duplice omicidio avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Torremaggiore. L’uomo ha confermato le dichiarazioni spontanee rese al momento dell’arresto quando fu trovato ancora con gli abiti insanguinati e con un coltello da cucina, arma del delitto, nella propria auto. Il movente alla base della furia omicida scatenatasi domenica è quello della gelosia. Un raptus che è partito nell’androne del palazzo della cittadina foggiana dove l’uomo ha atteso il 51enne Massimo De Santis, di rientro dal suo bar a tarda notte, ed accusato di esser il presunto amante di sua moglie. La lite ed i circa 20 fendenti tra addome e testa che non hanno lasciato scampo al barista. Poi il rientro a casa dove il 45enne avrebbe affrontato sua moglie, Tefta, colpita con diverse coltellate, almeno sei, prima che tra i due si frapponesse la loro figlia 16enne Gessica. Anche su di lei diversi i fendenti inferti che, nel suo caso, ne hanno provocato la morte. Salvo il figlioletto più piccolo di 5 anni adesso affidato ad alcuni familiari.
Dal Policlinico “Riuniti” di Foggia dove è ricoverata la donna 39enne, anch’ella di origini albanesi, si attende un miglioramento delle sue condizioni: le coltellate hanno causato una perforazione del polmone ma i medici sono fiduciosi sul pieno recupero. La donna si sarebbe salvata solo perché il marito era convinto di averla uccisa. Dal letto dell’ospedale foggiano la 39enne ha espresso il desiderio di rivedere quanto prima suo figlio al momento affidato ad una zia. Il direttore generale della struttura Giuseppe Pasqualone, ha comunicato intanto che l’azienda sta valutando se sia possibile esaudire questo desiderio poiché bisogna valutare le sue condizioni di salute. «Ora ha iniziato a prendere conoscenza di quanto accaduto – ha spiegato il dg – I medici e gli psicologi che l’assistono dicono che l’incontro sarebbe comunque importante». Oggi agli atti sono stati acquisiti anche i video delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’appartamento di Torremaggiore della coppia, sposata da 17 anni. I filmati si aggiungono al video girato dal 45enne subito dopo gli omicidi e poi inviato ad alcuni conoscenti che immediatamente allertarono i carabinieri.