E’ stata eseguita ieri pomeriggio dal dottor Michele Rinaldi l’autopsia sulla salma del 58enne biscegliese Gianni Dell’Olio, il comandante del peschereccio Normandy deceduto a seguito del naufragio avvenuto il 26 febbraio scorso a circa 3 miglia da Capoiale, località non lontana da Lesina. L’operazione, definita irripetibile, è stata ordinata dal Pubblico Ministero della Procura di Foggia, Giovanni Perdonò, che sta analizzando ogni dettaglio per provare a ricostruire la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità.
L’autopsia sul corpo di Dell’Olio, dopo la quale lo stesso potrà rientrare a Bisceglie per le esequie che saranno fissate a breve, rappresenta un momento cruciale dell’indagine affinché si faccia luce sulle cause dell’improvviso inabissamento dell’imbarcazione, i cui armatori hanno ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura foggiana quale atto dovuto per accertare la verità sul tragico episodio.
Intanto l’avvocato Roberto D’Aloisio, difensore degli armatori del “Normandy” appartenente alla flottiglia termolese, ha parlato nelle scorse ore dell’ipotesi di “un impatto con un ostacolo marino affiorante, assolutamente imprevedibile ed inevitabile, che può aver inciso sul timone e quindi sull’imbarco di acqua”, generando la “scuffia” – vale a dire una perdita di stabilità – che ha portato al ribaltamento dell’imbarcazione. Al momento dell’incidente, il natante, in condizioni apparentemente ottimali, aveva a bordo, oltre al comandante Dell’Olio, altri due marinai, entrambi di nazionalità straniera, tratti in salvo da una motovedetta della Capitaneria di Porto di Termoli.