Carcere a vita con isolamento diurno: è questa la condanna inflitta nuovamente a Michele Aportone, il 73enne di San Donaci, in provincia di Brindisi, giudicato colpevole dell’omicidio di Silvano Nestola, 46 anni, ex maresciallo dei Carabinieri, ucciso a fucilate la sera del 3 maggio 2021 a Copertino. Così hanno deciso i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Lecce, confermando la sentenza di primo grado nei confronti dell’imputato. Accolta dalla Corte, presieduta da Teresa Liuni, la richiesta avanzata dal Sostituto Procuratore Generale, Salvatore Cosentino. Confermata dai giudici anche l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi.
La vittima venne raggiunta da tre colpi di fucile mentre usciva dall’abitazione della sorella, in contrada Tarantini, dove aveva cenato in compagnia del figlio di 11 anni. Secondo l’accusa, alla base del delitto ci sarebbero motivi passionali. Aportone avrebbe ucciso il carabiniere perché era contrario alla relazione che l’uomo intratteneva con sua figlia Elisabetta, separata dal marito.
In base a quanto emerso nel corso delle indagini, i genitori della donna non si fidavano di lei (tanto da installare di nascosto un gps in auto per tracciarne tutti gli spostamenti) ed imputavano proprio a Nestola il fallimento del suo matrimonio.
Indagato pochi giorni dopo il fatto di sangue ed in seguito arrestato, il 73enne si è sempre dichiarato innocente.