Nuovamente fumo nero e fiamme dall’ex mattatoio di Barletta dove questa mattina, per un paio d’ore, ha bruciato una parte non intaccate dal rogo di domenica scorsa. Impossibile al momento capire se sia stato nuovamente un incendio doloso, un modo per completare l’opera avviata domenica, o semplicemente una autocombustione. Sicuramente l’area va messa al più presto in sicurezza visto che è così pericolosa. Una discarica a cielo aperto in un’area di oltre 2500 metri quadri parzialmente bruciata e di proprietà del demanio dello stato che avrebbe già dovuto costruirci la nuova sede provinciale dei vigili del fuoco. Ritardi su ritardi che si accumulano e che, nel frattempo, hanno permesso di far sversare indisturbati qualsiasi tipo di rifiuto. Almeno sino a qualche giorno fa quando il Comune di Barletta ha deciso di installare delle fototrappole per provare ad arginare il fenomeno. Domenica, poi, il rogo: ore ed ore di lavoro per i vigili del fuoco e ripercussioni inevitabilmente sulla salute collettiva visto che da quell’incendio sono stati sviluppati sicuramente degli inquinanti la cui natura sarà accertata dall’ARPA Puglia. Intanto la Procura di Trani ha aperto un’inchiesta ed ha sottoposto a sequestro l’intera area. Il sindaco Cannito, invece, ha emesso due ordinanze: una per intimare al demanio la messa in sicurezza dell’area, azione evidentemente urgentissima anche dopo quanto accaduto stamattina e l’altra per vietare la raccolta di frutta e verdura in un arco di circa 500 metri in direzione Andria. Danni su danni perpetrati alla salute ed all’economia del territorio. Danni all’ecosistema, invece, a causa di un altro rogo questa volta a ridosso della spiaggia nell’area di ponente con un fronte delle fiamme piuttosto vasto e su cui c’è un nuovo intervento dei vigili del fuoco. L’estate nera della BAT continua a mandare in fumo territorio e speranze future.
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