Cronaca

Favori in cambio di voti, i presunti rapporti tra l’assessore regionale Delli Noci e gli imprenditori Barone e Congedo

Compariranno mercoledì 11 giugno davanti al gip del Tribunale di Lecce, per gli interrogatori preventivi, gli 11 indagati nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza sulla presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici. Tra questi c’è anche l’assessore allo Sviluppo economico della Regione, Alessandro Delli Noci, per il quale la Procura di Lecce (titolare del fascicolo) ha chiesto la misura degli arresti domiciliari. Ma al vertice della presunta associazione a delinquere ci sarebbe l’imprenditore Alfredo Barone – nativo di Biella ma residente a Lecce – l’unico degli indagati per cui è stata chiesta la misura cautelare in carcere. Accanto a lui, un altro imprenditore: Marino Congedo, di Galatina. Nei suoi confronti sono stati chiesti i domiciliari. Nelle oltre mille pagine redatte dalla Procura salentina, emergono quelli che sarebbero i favori ottenuti dall’assessore Delli Noci dagli imprenditori Barone e Congedo, tra cui un contributo da 5mila euro per le spese elettorali, una cena da 600 euro per incontrare gli elettori e una serie di assunzioni di persone da lui segnalate. Le fiamme gialle hanno eseguito i decreti di sequestro dei soldi che, in base alle indagini, Barone e Congedo (insieme ad altri imprenditori) avrebbero intascato dai contributi del Pia Turismo della Regione Puglia, distraendo per fini personali fondi destinati alla realizzazione di alberghi di lusso tra Lecce e Gallipoli. La forza corruttiva del gruppo creato da Barone, secondo chi indaga, era tale da consentirgli di perseguire i propri interessi speculativi anche influendo sulla redazione del nuovo piano urbanistico del comune di Lecce. Il fulcro dell’indagine, il trojan installato nei cellulari di Barone e Marino che ha registrato discorsi espliciti e scambi di denaro. I due imprenditori avrebbero aiutato Delli Noci in occasione delle regionali del 2020 organizzando incontri e procacciando voti. Il tutto in cambio di denaro proveniente dalla Regione e, ad esempio, il via libera alla variante urbanistica per la realizzazione di un hotel di lusso a Lecce. Quanto agli altri indagati, i pm hanno chiesto i domiciliari per il Maurizio Laforgia, figlio del presidente uscente di Acquedotto Pugliese (quest’ultimo estraneo ai fatti), i funzionari comunali di Lecce Angelo Mazzotta e Lino Capone, e la segretaria di Barone, Italia Santoro. Infine è stata chiesta l’interdizione per il ragioniere Luciano Ancora di Galatina, gli imprenditori Corrado Congedo di Lecce, Michele Barba di Gallipoli ed il commercialista Giovanni Rapanà di Lecce.

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