Favoreggiamento della latitanza dell’ex boss di Vieste Marco Raduano, divenuto nel frattempo collaboratore di giustizia. E traffico internazionale di droga. Sono queste le accuse a carico di 7 persone, tutte destinatarie di provvedimenti di misura cautelare in due distinti filoni che hanno portato complessivamente a 21 provvedimenti di custodia cautelare. Il primo emesso dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Sette arresti, sei in carcere ed uno ai domiciliari eseguiti all’alba di oggi dai Carabinieri del Ros, supportati dai militari dei comandi provinciali di Foggia e Venezia, dai Cacciatori di Puglia, dai nuclei cinofili di Modugno e Torreglia e dall’elinucleo di Bari. L’operazione, denominata “Cripto”, è nata in seguito alla fuga dal carcere sardo di Badu e Carros del boss viestano Marco Raduano, avvenuta il 24 febbraio del 2023. Attività che ha consentito di arrestare in Spagna, circa un anno dopo, il suo braccio destro, Gianluigi Troiano e catturare lo stesso Raduano, fermato in Corsica dalla Gendarmeria francese.
Le indagini svolte, supportate dalle dichiarazioni rese da Raduano e Troiano, che nel frattempo hanno deciso di pentirsi, hanno consentito di ricostruire un lucroso traffico internazionale di droga, che dopo essere stata prodotta e preparata tra il Marocco e la Spagna veniva spedita in Italia attraverso dei corrieri, alimentando il mercato illegale della sostanza stupefacente a Vieste. Gli indagati rispondono a vario titolo di favoreggiamento personale, gli stessi fornirono a Marco Raduano durante la sua latitanza danaro, supporto logistico, coperture e ospitalità tramite terzi, beni di consumo e generi alimentari e persino autovetture per la commissione di delitti in occasione di un loro viaggio a Vieste per un regolamento di conti, oltre a telefoni criptati sostituiti periodicamente.
I Carabinieri hanno inoltre documentato un atto intimidatorio commesso ai danni di un parente di un collaboratore di giustizia, commissionato da Raduano per vendicare le dichiarazioni rese contro il suo clan e arrestato in flagranza di reato due persone con relativo sequestro di 12 chili e mezzo di sostanze stupefacenti.
Gli altri 14 provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Cagliari. Tra di loro anche un agente di polizia penitenziaria, accusato di aver aiutato Raduano nella fuga dal carcere di Nuoro. Per tutti gli altri le accuse sono di favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena.